STOP AL GENOCIDIO! CON LA RESISTENZA PALESTINESE!
STOP AL GENOCIDIO! CON LA RESISTENZA PALESTINESE!

STOP AL GENOCIDIO! CON LA RESISTENZA PALESTINESE!
كفاحنا مستمر حتى النصر
MANIFESTAZIONE CITTADINA A NAPOLI:
DOMENICA 16 GIUGNO ORE 10:00 A PIAZZA GARIBALDI!
ندعو الجاليه العربيه والإسلامية المشاركه في المسيره لوقف العدوان وحرب الإباده على شعبنا في غزه وفلسطين
يوم الأحد ٢٠٢٤.٦.١٦ الساعة العاشرة, نابولي، ساحةغاريبالدى

Il genocidio in corso a Gaza e la pulizia etnica del popolo palestinese continua. Dopo oltre otto mesi di massacri, sono oltre 37mila i e le martiri palestinesi uccisi da Israele, di questi 15.500 bambini e bambine, oltre 10.000 i dispersi, per un totale di 77mila tonnellate di esplosivo lanciato su Gaza.
Giorno dopo giorno la brutale violenza di potenze coloniali e imperialiste continua a negare i diritti fondamentali al popolo palestinese, come quello di autodeterminazione e il diritto al ritorno. Tuttavia, giorno dopo giorno, la resistenza del popolo palestinese è viva, in Palestina e in tutto il mondo, come dimostrato dall’onda di solidarietà e mobilitazioni che in questi mesi si sta susseguendo senza mai arrestarsi.
In questi mesi, abbiamo documentato la distruzione della Striscia di Gaza, i bombardamenti su ospedali, luoghi di culto, scuole, sedi giornalistiche e sedi dell’ONU, oltre alla distruzione di abitazioni private, causa di un esodo forzato da nord a sud di oltre 2.3 milioni di persone verso i cosiddetti luoghi sicuri che abbiamo constatato essere in nessun luogo della Striscia di Gaza. Fra bombardamenti, massacri, incendi, arresti, umiliazioni, violenze, esecuzioni sommarie, oggi la popolazione palestinese è bloccata a Rafah in accampamenti di fortuna, mentre continuano i massacri e l’ingresso di aiuti umanitari viene ostacolato non solo da Israele, ma anche dall’Egitto, gli Stati Uniti e tutta la diplomazia internazionale. Nello stesso stallo si trovano i lavori della Corte Internazionale di Giustizia rispetto all’accusa di genocidio mossa in prima istanza dal Sudafrica, che pochi giorni fa ha ordinato a Israele di “sospendere immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel governatorato di Rafah, che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero portare alla sua distruzione fisica, in tutto o in parte». Per quanto questa decisione possa risultare importante, sul piano pratico non comporta alcun cambiamento del genocidio in atto: di fatto la macchina bellica sionista, con l’obiettivo di annientamento totale della popolazione palestinese, continua la pulizia etnica non solo a Gaza ma in tutta la Palestina. Lo testimoniano le uccisioni e i raid in Cisgiordania che, dal 7 ottobre, hanno causato oltre 500 morti e oltre 8.800 arresti, le espropriazioni di case e terre nel Naqab, gli arresti e la repressione del dissenso nei territori del ’48; lo testimoniano gli attacchi al confine meridionale del Libano che, in un’alternanza di droni e fosforo bianco, hanno causato la morte di oltre 70 civili e costretto a un esodo forzato verso nord oltre 94.000 persone.
Com’è noto, l'occupazione militare israeliana può agire in nome soprattutto della complicità dei governi occidentali, alimentando il sistema imperialista e capitalista che pone il profitto al di sopra delle vite. Il governo italiano è parte integrante di tale complicità, esplicitata attraverso la fornitura di armi e accordi di cooperazione con lo stato di Israele, volti a normalizzare una condizione di colonialismo e apartheid in Palestina. Ne sono degli esempi la MAERSK, una delle aziende logistiche più ricche al mondo che ha giocato un ruolo chiave nel rifornire i militari statunitensi in Iraq e Afghanistan e che continua a permettere il massacro in Palestina, esportando armi verso Israele, così come la Leonardo, che da poco ha firmato un accordo con la Rete Ferroviaria Italiana per aumentare le capacità infrastrutturali per la mobilitazione di risorse militari.
Contro queste e altre pratiche – dirette e indirette – volte alla negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese, noi continueremo a batterci, facendo della decolonizzazione dei saperi e della storia il punto centrale del nostro discorso.
La lotta per la Liberazione non si arresta: in Palestina dal fiume al mare, nei campi profughi del Libano e della Giordania, nella diaspora mondiale, il popolo palestinese esiste e resiste. Attraverso le pratiche di boicottaggio locale e internazionale, nei luoghi di lavoro, del sapere e di confronto, nelle piazze e nelle strade, continuiamo a far sentire la voce del popolo palestinese per ribadire ancora una volta la FINE DEL GENOCIDIO A GAZA E IN TUTTA LA PALESTINA, LA FINE DELLA PULIZIA ETNICA, E LA LIBERAZION DELLA PALESTINA.

3 mesi fa
Piazza Garibaldi, Napoli
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